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al testo di Giulia Bellucci
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Come piccolo granello incolore nell’immensa distesa d’un deserto permane il mio essere. Come aeroplano di carta che giammai prese il volo, tarpato, giace il pensier mio. E la mia voce come un fruscio di foglia che, nell’aria cheta d’un autunno inoltrato, lieve si posa sull’altre, nel buio d’un sottobosco, ove non giunge la luce di cui brillan le stelle, non sboccian rose né orchidee, ma solo anemoni, fiordalisi e qualche timido bucaneve.
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